Il potere dell’innovazione: preservare e rilanciare il Mediterraneo attraverso un’Area Marina Sperimentale

Il potere dell’innovazione: preservare e rilanciare il Mediterraneo attraverso un’Area Marina Sperimentale 

Da oggi fino al 21 ottobre si celebra il Forum della FAO sulla Scienza e Innovazione, un forum interamente dedicato alla scienza, tecnologia e innovazione per la trasformazione dei sistemi agroalimentari. Scienza ed innovazione sono infatti due tematiche cruciali per ricreare sistemi agroalimentari capaci di promuovere una migliore produzione, nutrizione, capaci di rispettare l’ambiente, assicurare una vita migliore per tutti e soprattutto “per non lasciare nessuno indietro”, come ricorda la tematica prescelta la Giornata Internazionale del Cibo, appena trascorsa.

In tale occasione, siamo orgogliosi che il nostro Paideia Campus di Pollica – partner ufficiale del network europeo di Cities 2030 – sia stato selezionato tra gli organizzatori di eventi collaterali al Forum della FAO (Side-event) attraverso l’evento virtuale “Co-Creating An Experimental Marine Area In The Mediterranean Context: Fostering Science And Innovation To Support The Mediterranean Diet And Heritage” moderato da Domenico Letizia.

Un magnifico coro a più voci, quelle degli ospiti coinvolti nel webinar che in primis sono tutti parti attive nella co-creazione della prima Area Marina Sperimentale del Mediterraneo che hanno condiviso alcuni degli ingredienti fondamentali per rendere il Mare Nostrum un modello di ispirazione (e replicazione) di modelli di rigenerazione ecologica integrale.

 

La vera innovazione è quella che si fa insieme
Un futuro duraturo si può costruire solo coniugando tecnologia con la cultura ed il saper fare degli uomini. E’ questa la ratio dietro l’ambizione di creare la prima Area Marina Sperimentale del Mediterraneo, immaginata per rimettere in equilibrio l’uomo ed mare, la pesca ed il rispetto della biodiversità marina e che attraverserà proprio il Mediterraneo, da Castellabate fino a Sapri. 

Siamo abituati a sentir parlare di fermo pesca per dare il tempo al mare di rigenerarsi, ma la realtà è che la pesca che sorregge la Dieta Mediterranea è fatta di pescatori oltre che di ecosistemi marini; pescatori che prima di noi avevano trovato il perfetto equilibrio con il loro mare. Ne sono un esempio perfetto la tecnica di pesca delle alici di menaica, che arriva dalla Grecia classica e che da sempre si è rivelata capace di tenere insieme qualità di pesca, protezione di biodiversità, sopravvivenza dei pescatori. 

“L’Area Marina Sperimentale non si fa attraverso la tecnica, ma insieme, nell’unione della comunità del mare, attraverso la co-partecipazione.” – ha ricordato il Sindaco di Pollica, Stefano Pisani.

Una comunità che non veda i pescatori come soggetti che sottraggono risorse dal mare ma sentinelle, profondi conoscitori e veri guardiani del mare a cui affidare anche tecnologie per massimizzare il loro ruolo e garantirne la sopravvivenza.

 

Valorizzazione e tracciabilità del pescato: l’esempio di Surefish
Se la protezione del Mediterraneo passa anche dalla protezione dei suoi pescatori, è chiaro il potenziale di tecnologie, come la blockchain, capaci di assicurare una maggiore tracciabilità (e autenticità) del pescato. Ne è un chiaro esempio Surefish, un progetto che vede coinvolti 13 partner del Mar Mediterraneo ( Egitto, Italia, Libano, Spagna e Tunisia), tra cui Slow Food Tebourba Association, Gi.&Me. Association, ENCO SRL e l’Università degli Studi di Napoli Federico II. 

Un progetto capace di estrendere il concetto di sostenibilità “dal pescatore al consumatore” come ha ricordato Franz Martinelli, presidente di Gi.&Me. Association, contrastando così direttamente forme di pesca dannose come la pesca illegale o la pesca di frodo. Ma come ha chiaramente spiegato anche Giovanni Fiorile, dottorando dell’Università Federico II di Napoli, Surefish accanto a tracciabilità per assicurare autetitictà dei prodotti ittici mediterranei si prodiga in campagne di comunicazione per guidare i consumatori nella scelta di prodotti ittici locali e sostenibili. 

 

Educare all’innovazione o innovare educando?
Se è chiaro il fil rouge che dal mare e dai pescherecci arriva fino ai consumatori, è anche chiaro quanto sia fondamentale assicurare continui ponti di dialogo. Anche in questo la conoscenza e saggezza dei piccoli pescatori mediterranei è un’eredità che va protetta e diffusa. Perchè i pescatori sono infatti rari conoscitori degli equilibri del mare, dovrebbero essere eletti a veri e propri educatori. Portare i ragazzi direttamente al mare, accelerando incontri con chi il Mediterraneo lo vive quotidianamente, è parte delle attività di scienza, innovazione e futuro che persegue l’Area Marina Sperimentale del Mediterraneo, incentivando forme di formazione sul campo, ma anche agevolando maggiori incontri e scambi di conoscenza tra pescatori e ristoratori, al fine di valorizzare al meglio i prodotti stagionali ed i pesci “poveri” attraverso ricette e tecniche di cottura idonee, diffondendo attività di sensibilizzazione alla cittadinanza (locale e non). 

“Scienza, innovazione, futuro, vuol dire che i ragazzi vanno formati. Ed in questo senso, la formazione non può che venire dal mare” Sara Roversi, Presidente del Future Food Institute. 
Tutto questo ha la potenzialità di rendere la comunità di piccoli pescatori una vera e propria comunità educante.

Diversificazione e integrazione: due lati di una stessa medaglia
Solo attraverso persistenti attività di educazione e sensibilizzazione sul territorio è possibile far comprendere anche il ruolo cruciale che ognuno di noi, attraverso le nostre scelte alimentari, possiamo avere nel modellare sistemi agro-alimentari più resilienti e rigenerativi. 

Giuseppe Palma, Segretario Generale presso Assoittica Italia, lo ha ricordato chiaramente: “solo attraverso una diversificazione del consumo dei prodotti ittici è possibile distribuire il reddito a tutti i pescatori, assicurando una maggiore sostenibilità ambientale, aziendale, di processo”.

Non ci può essere infatti nessun cambiamento duraturo se lo sforzo non è integrato, integrale e partecipato. Dai consumatori finali fino alle politiche che mai come ora devono essere integrate per essere pronte a tradurre la necessaria transizione ecologica, energetica e alimentare, collaborazione e diversificazione rappresentano due aspetti cardine. 

D’altronde basterebbe essere “più ambiziosi nelle nostre prospettive e aspettative” come ha sottolineato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo Onlus, per ricordare quanto insieme possiamo davvero fare la differenza.

Il Protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Pollica, Future Food Institute, Assoittica, Marevivo e Gi.&Me. Association è stato l’inizio di un percorso di co-creazione e co-progettazione che ha portato 14 Comuni della costa Cilentana ad unirsi per un intento comune: rigenerare il Mar Mediterraneo partendo dal ruolo dei suoi pescatori, vero patrimonio intangibile per la protezione degli ecosistemi marini e per la sopravvivenza dello stile di vita mediterraneo.

Un percorso che può ispirare, essere adattato ed implementato  anche altri Comuni o altri Living Lab in Europa e nel mondo per aumentare resilienza, sostenibilità ed inclusività dal basso, affinchè  sistemi agro-alimentari più resilienti, sostenibili e rigenerativi diventino una realtà diffusa.

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